Fringe benefit, la soglia non tassabile passa a 3mila euro. Come funziona la misura?
Il Dl Aiuti quater alza il tetto del Fringe Benefit aziendale, che ora passa a 3mila euro.
La misura
Il Fringe Benefit si inserisce nel quadro dei sostegni ai lavoratori per fronteggiare il caro energia. Come ha dichiarato il Ministero dell’Economia: “Si tratta di una misura di welfare aziendale che punta a rendere più pesanti gli stipendi dei lavoratori, attraverso il rimborso anche delle utenze (acqua, luce e gas)”.
La circolare 35/2022 dello scorso 4 novembre, specifica che:
- la misura si può applicare ai fringe benefit corrisposti fino al 12 gennaio 2023;
- nel caso in cui in sede di conguaglio risulti che il valore dei benefit concessi superi la quota massima per l’esenzione, il datore di lavoro deve assoggettare a tassazione ordinaria l’intera somma corrisposta titolo di benefit (non solo la parte che supera il tetto);
- il fringe benefit sulle bollette può essere utilizzato anche per le somme fatturate nel 2023, purché riguardino consumi che si riferiscono al 2022.
Come un datore di lavoro può erogare il fringe benefit?
Il datore di lavoro può motivarli come “rimborso spese per le utenze domestiche” del dipendente nell’anno.
L’erogazione del Fringe Benefit non è obbligatoria.
Quali sono i vantaggi per i datori di lavoro?
L’azienda eroga una somma in busta paga a titolo di fringe benefit, con doppio vantaggio fiscale: per il dipendente la somma aggiuntiva non contribuisce al reddito annuo (e quindi non aumentano le tasse complessive), per il datore di lavoro diventa una sorta di extra-quota retributiva annua su cui non paga tassazione ordinaria.
Era già stato potenziato di 600 euro dal Dl Aiuti bis.