Salari, in Italia sono fra i più bassi d’Europa. Resta alto il costo del lavoro
I salari italiani sono fra gli ultimi in Europa e non solo sono fermi ma anzi, sono diminuiti negli ultimi 30 anni. Sono più bassi del 12% rispetto al 2008 in termini reali: è quanto emerge dal Global Wage Report 2022-2023 presentato oggi dall’Ilo, Organizzazione internazionale del Lavoro.
La retribuzione media, a parità di potere d’acquisto tra tutti i Paesi del mondo, da noi è poco superiore alla soglia dei 35mila euro. La media Ocse è però superiore ai 46mila euro.
La media nazionale degli stipendi lordi del 2021 è di 29.301 euro. Il livello per i dirigenti è di 101.649 euro, per i quadri di 54.519 euro, gli impiegati si attestano a 30.836 e gli operai a 24.787 euro. Quello dei servizi finanziari è il settore meglio pagato e con il maggiore tasso di crescita tra 2015 e 2021.
Tra gli Stati Ue l’Italia è l’unico in cui i salari sono scesi tra il 1990 e il 2020, precisamente del 2,9%. Con l’inflazione che continua a crescere, gli italiani perdono quindi sempre più potere d’acquisto.
Salari bassi e costo del lavoro in Italia alto
I salari calano, il costo della vita aumenta e il costo del lavoro, se pur sceso di quasi due punti in percentuale, rimane comunque uno fra i più alti d’Europa. Tra il 2019 e il 2020, il cuneo fiscale arretra dal 47,9% al 46%, attestandosi di 11,4 punti sopra la media Ocse, che è del 34,6% (dal 35% del 2019). A ribasso, ma comunque fra i più alti d’Europa. L’Italia è a pari merito con la Francia, dietro solo a Belgio, Germania e Austria.
Inoltre, in Italia il peso maggiore del costo del lavoro è sulle spalle delle imprese, i cui contributi rappresentano il 24% del totale, mentre i contributi dei lavoratori pesano per il 7,2% e la tassazione sul reddito per il 14,8%.
Il commento di Roberto Capobianco
Il presidente Conflavoro PMI, Roberto Capobianco: “È necessario aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e dunque aumentare i salari, ma non è possibile farlo senza una forte riduzione del costo del lavoro, che è fra i più alti d’Europa. Sul taglio del cuneo fiscale – per il presidente Capobianco – la vera battaglia di questo governo dovrà essere quella di renderlo strutturale fino al suo abbattimento definitivo”.