Più assunzioni ma cresce anche il mismatch. Capobianco: “Formazione adeguata alle richieste”
Sono 1.307.070 i lavoratori ricercati dalle Aziende per il primo trimestre del 2023 (+149mila assunzioni previste rispetto al 2019). I dati sono del Bollettino del Sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e pubblicato online.
Cresce invece la difficoltà nel colmare le posizioni lavorative aperte e tra le maggiori cause si segnala quella della preparazione inadeguata dei candidati.
I settori che assumono di più nel primo trimestre 2023
Tra i settori che ricercano personale troviamo al primo posto quello manifatturiero seguito dal settore turismo, i servizi operativi di supporto a imprese e persone e servizi alle persone.
In particolare, a gennaio 2023 l’industria ha in programma 174mila assunzioni: sono alla ricerca di personale le imprese delle costruzioni, seguite dalle imprese della meccatronica e metallurgiche.
I servizi prevedono di assumere 330mila lavoratori, in particolare i servizi alle persone (64mila profili) seguiti da commercio (60mila profili) e turismo (58mila profili).
Assunzioni, le professioni più richieste
Tra le professioni più richieste nel primo trimestre 2023 vi sono quelle intellettuali e scientifiche (specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali etc.). Seguono professioni tecniche, impiegati di vario tipo e professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, operai specializzati, conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili, professioni non qualificate.
In crescita il mismatch tra domanda e offerta di lavoro
Continua a crescere la difficoltà nel colmare le posizioni lavorative aperte: dal 38,6% dello scorso anno si è passati al 45,6%. La mancanza di candidati è la motivazione maggiormente indicata, seguita dalla preparazione inadeguata.
A livello settoriale, durante le assunzioni si evidenziano criticità nel reperimento di figure professionali adeguate in cinque aree: commercio e riparazioni di veicoli (55%), industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (53%), le industrie del legno e del mobile, le costruzioni, i servizi informatici e delle telecomunicazioni (tutti e tre con percentuali attorno al 52%).
Il commento del presidente Roberto Capobianco
“Bene che il mercato del lavoro sia in ripresa e che le assunzioni siano in aumento. Ciò dimostra la resilienza di cui sono capaci le nostre imprese nonostante le crisi degli ultimi anni e gli aumenti energetici dell’ultimo periodo – dichiara il presidente Conflavoro PMI, Roberto Capobianco -. Affinché il Paese possa risollevarsi però, è necessario fare di più per efficientare il sistema lavoro: tassi sostenibili sugli investimenti delle imprese, più agevolazioni per le nuove assunzioni, favorire il ricambio generazionale”.
“I dati ci dicono, inoltre, che le aziende stanno continuando a riscontrare difficoltà nella ricerca di personale qualificato e specializzato. Conflavoro PMI da sempre ribadisce l’importanza di incentivare la formazione con programmi mirati che preparino i giovani, e non solo, alle reali esigenze dei singoli territori e dei comparti aziendali. La formazione adeguata è un elemento necessario alla pianificazione di un progetto lungimirante per l’imprenditoria italiana”.